Fiorella Mannoia

Onda Tropicale Tour

Dopo trent’anni di carriera Fiorella Mannoia, in fondo, è “ancora così”!
Con un concerto di due ore e mezza, che l’ha vista debuttare al teatro Ponchielli di Cremona e che ieri ha chiuso la tappa di Roma (solo per il momento perché a grande richiesta tornerà il 13), la rossa ha mandato in delirio il folto pubblico che riempiva l’Auditorium della Conciliazione.FiorellaMannoia_home
Due ore e mezza di concerto, tre bis e tanto ritmo. Elegante, di quell’aristocratica bellezza che l’ha sempre contraddistinta e che contrasta questa sua nuova maniera di vivere il palco trascinata dai ritmi brasiliani che l’hanno rapita e che l’hanno portata al suo ultimo cd “Onda Tropicale” che dà il titolo al tour.
In effetti Onda Tropicale è un progetto piuttosto ambizioso dove Mannoia si misura oltre che nell’interpretazione in lingua italiana di sei degli undici brani dell’album, anche nei duetti in lingua portoghese delle restanti canzoni contenute nella tracklist. L’Onda Tropicale Tour vuole essere uno splendido viaggio nella musica, nella lingua e nella cultura brasiliana grazie alle magistrali interpretazioni della cantante, un’artista passionale in costante evoluzione che ha scelto un mondo a parte nel panorama delle culture musicali popolari. La musica brasiliana è infatti una perfetta combinazione di dolore e felicità che non ha mai perso il contatto profondo con il sentire comune del suo pubblico.
la Rossa signora d’Italia ha fatto il giro del mondo, è andata in Brasile e ci ha messo cinque anni per creare questo progetto. Un viaggio che l’ha segnata, e l’ha fatta tornare diversa con la voglia di rendere complici gli spettatori che fino all’ultimo l’hanno incitata chiudendo la serata ballando insieme a lei.

“L’incontro con gli artisti brasiliani”, ha raccontato la cantante, “é stata la scoperta di una filosofia di vita diversa, molto più leggera e molto meno improntata sugli egoismi”. La tournee, ha spiegato Fiorella Mannoia, “é sì legata all’album, con sei/sette brani scaletta, ma ci sono pezzi anche del repertorio classico, oltre ad alcune novità cercando di rendere le due ore di concerto il più omogenee possibili”.
Canta in portoghese l’artista che ormai studia la lingua da quasi due anni: “non mi piace pensare di articolare dei suoni, voglio anche capire ciò che canto e ciò che mi stimola”. E infatti si muove in modo provocante e sinuoso, balla Mama Africa, saltella sulle note di Mas Que Nada, illustra le scene della contesca Aquaplano, si raccoglie e commuove per la preghiera laica di Fossati C’è tempo.
Il pubblico va in totale visibilio con Il cielo d’Irlanda di Massimo Bubbola, Aeroplano a vela di Gianmaria Testa, Io che ho avuto solo te, un omaggio a Sergio Endrigo e Sally di Vasco Rossi rivisitata ma sempre emozionante. Parla di Ornella Vanoni e la omaggia con Senza paura, fa cantare il pubblico con Messico e Nuvole di Paolo Conte, ma si illumina cantando del 13 di Maggio, rendendo finalmente Oh che sarà più vicina all’originale di Chico Barque. Il pubblico alla fine si ritrova sotto il palco a cantare e ballare con lei la sua immancabile Quello che le donne non dicono che lascia tutti in piedi per un plauso finale a questa splendida artista.

Un omaggio finale va reso all’incredibile band che accompagna Fiorella Mannoia e che, per eleganza ed interpretazione hanno creato un corpo unico con la cantante: Piero Fabrizi (alle chitarre, che cura inoltre la produzione artistica e gli arrangiamenti dell’intero concerto), Elio Rivagli (batteria e percussioni), Luca Scarpa (pianoforte e tastiere), Dario Deidda (bassi elettrici, contrabbasso e armonica), Diego Borotti (sax e flauti), Marco Brioschi (tromba e flicorno), Carlo Di Francesco (percussioni), Bruno Giordana (sax, fisarmonica e tastiere), Isabella Casucci e Roberta Granà (cori).

 

{jcomments on}

Categories: