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MARCO MENDOZA

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E’ stato per me un grande piacere avere la possibilità di intervistare, o meglio parlare di musica, con un bassista di fama internazionale come Marco Mendoza. Lo conosciamo per le moltissime collaborazioni in campo rock, basta pensare a grandi nomi come Whitesnake, Thin Lizzy, Ted Nugent, David Lee Roth e altri…

MARCO MENDOZA

E’ stato per me un grande piacere avere la possibilità di intervistare, o meglio parlare di musica, con un bassista di fama internazionale come Marco Mendoza. Lo conosciamo per le moltissime collaborazioni in campo rock, basta pensare a grandi nomi come Whitesnake, Thin Lizzy, Ted Nugent, David Lee Roth e altri…marco-mendoza-superiore
Addirittura anche Laura Pausini ha avuto l’onore di averlo nella sua band! La sua preparazione non ha limiti di generi musicali, ha suonato molto jazz e musica latina (è di origini latine, per l’appunto), e anche in campo pop si da da fare, ad esempio accompagnando Dolores O’Riordan nella sua carriera solista. La sua ampia esperienza si nota dal suo stile rock, di base, ma con un approccio più ampio e completo rispetto al semplice bassismo rock a cui siamo abituati… Un linguaggio che va oltre, insomma.
Oltre ad essere un grande bassista ho trovato in lui molta umiltà e rispetto per la musica e i musicisti; parlando con lui quasi non ti accorgi del suo infinito curriculum dato che ne parla con tutta la naturalezza possibile, quella di chi sa che suonare con gente del calibro di David Coverdale o Vinnie Colaiuta non è altro che suonare con delle persone che ti possono dare tanto! E infatti ha molta gratitudine per i musicisti con cui suona e non ha assolutamente interesse a farsi “grosso” con nomi che renderebbero orgoglioso chiunque. La sua trasparenza come persona e disponibilità ti cattura, da subito ti tratta come se fossi un vecchio amico, con gentilezza e rispetto…
Tra un boccone e l’altro (l’ho intervistato dopo il sound check durante la sua cena) mi ha raccontato un pò della sua carriera e dei progetti che sta portando avanti in questo periodo, subito dopo questo tuor italiano già sarà impegnato con dischi e altri tour… sempre on the road!

Come e quando hai iniziato a suonare professionalmente il basso?
– Ho iniziato molto presto, a 16 anni per mantenere me e mia moglie, così entrai in una band che stava lavoravando molto. E’ stato molto importante per me perchè sono cresciuto molto, imparavo molte cose e intanto la band diventava sempre più famosa e guadagnavamo bene, suonavamo molto in giro. Tutto questo a 16-17 anni… tanto tempo fa!

Quali artisti ti hanno influenzato?
– Devo molto ai Beatles, il primo album che ascoltai fu Abbey Road, dopo di loro i Rolling Stones… praticamente iniziai con la musica inglese. Poi fu la volta dei Grand Funk Railroad, Lynyrd Skynyrd, Deep Purple e altre grandi band… In quei tempi uscivano molti grandi dischi ogni anno, e io assorbivo tutto. Iniziai ad ascoltare progressive rock e in seguito scoprii il jazz: bebop, standards… imparai moltissimo e lo suonavo parecchio. Il jazz mi ha aperto la mente, il mio linguaggio migliorò moltissimo. Ora mi sento un pò limitato, non lo suono più tanto come in passato, però mi tengo allenato col mio trio a Los Angeles con Joey Heredia e Renato Neto.

Hai mai preso lezioni?
– Ho studiato un pò ma principalmente mi sono formato da autodidatta, sopattutto suonando con le band e imparando sul campo come si suona. La pratica è fondamentale, è l’esperienza che ti forma come musicista, soprattutto suonando generi diversi.

Parliamo del tuo disco solista, Live For Tomorrow.
-Mi sento molto fortunato perchè ho avuto nel mio disco gente come Tommy Aldrige, Doug Aldritch, Steve Lukather, Ted Nugent, Ritchie Kotzen che ha anche collaborato alla produzione e alla composizione, e c’è anche mio figlio! E’ stato un piacere suonare con loro. Sono grato a tutte le persone con cui ho suonato e da loro ho imparato molto sulla composizione, sull’approccio alle canzoni… molto stimolante.

Sei molto richiesto in ambito hard rock, hai suonato o suoni tutt’ora con grandi nomi come Whitesnake, David Lee Roth, Thin Lizzy, Ted Nugent ecc; la tua formazione e attitudine musicale molto varia ti ha aiutato a trovare ingaggi?
– Sì, secondo me è molto importante avere l’umiltà di imparare da tutti i generi musicali: io amo il rock, il funk, la musica latina, il jazz ecc, praticamente tutta la musica. La mia carriera è stata un continuo di belle sorprese una dopo l’altra… Dopo il tour qui in Italia entrerò in studio con Neal Schon e Vinnie Colaiuta, sarà bellissimo suonare con loro; scriveremo brani rock ma con una forte componente heavy e progressive perchè Neal vuole dare quest’impronta al disco. Poi con i Lynch Mob… e altri progetti in cantiere.

Di certo sei un musicista molto impegnato!
– Si, abbastanza! Il giorno prima di fare le prove con Pino e Andrea ero a Chicago a suonare con Ted Nugent, prima ancora ho avuto un paio di show in nord Europa per promuovere il mio album e al mio ritorno registrò quel disco che ti dicevo prima; insomma, ho molto lavoro e sono contento per me stesso, per la mia famiglia…

Sai anche cantare, secondo te è una qualità che può influire in positivo sul modo di suonare il basso? Molti bassisti/cantanti infatti sembrano avere una “marcia” in più, soprattutto dal punto di vista melodico dei grooves… Cosa ne pensi in proposito?
– Si, cantare mi aiuta moltissimo nella composizione, e in effetti anche le mie linee di basso suonano meglio perchè le costruisco in base alla melodia. Sicuramente è un ottimo input per trovare la cosa giusta da suonare in una canzone.

marco-mendoza-inferioreQuando suoni e canti crei linee di basso basandoti sulle melodie vocali oppure preferisci incastrare i grooves seguendo di più gli altri strumenti? Oppure entrambe le cose? Spiegaci come lavori per arrangiare una linea di basso.
– Amo muovermi sul basso, suonare in modo melodico, ma ora che canto tento sempre di essere più essenziale, di suonare cose più semplici e lasciare gli altri strumenti armonizzare sulle mie toniche; mi baso molto sulle melodie e sulle parole che sono la cosa più importante, e questo mi permette di suonare per la canzone. Quando compongo col basso mi sposto in ambienti più jazz e funk, ma principalmente uso la chitarra che invece mi porta in altri territori e mi concentro di più sulla canzone.

Come ti stai trovando a suonare in Italia e con questi 2 musicisti che ti accompagnano?
– E’ bellissimo suonare con Andrea Braido e Pino Liberti, due persone e musicisti eccezionali! Mi sto divertendo molto con loro e sento che non c’è stress, frenesia di fare le cose… abbiamo fatto poche prove ma è bello perchè stiamo costruendo insieme una situazione molto bella, e spero di risuonare con loro in futuro se il tempo lo permette. E’ bello stare qui perchè anche gli italiani hanno sangue latino come il mio, sono americano di origini spagnole e messicane, credo che abbiamo la stessa passione nel fare le cose, mi sento come a casa. Roma è molto simile a Città del Messico, anche la gente, interessante e “cool”! Mi piace molto.

Progetti futuri?
– Il 14 settembre è uscito un altro mio disco chiamato Casa Mendoza; si chiama così perchè non vuole essere un disco rock o jazz o progressive… solo Casa Mendoza, la mia casa, dove tutti sono benvenuti e possono sentire quello che faccio e chi sono. Ci saranno vari generi musicali, tutto quello che mi piace suonare, salsa per esempio e un paio di cover riarrangiate; suonerò anche col basso fretless, strumento che amo molto; insomma un disco dove mi posso sentire libero di fare tutto quello che mi piace… casa mia!

Tornerai a trovarci?
– C’è una buona possibilità di fare un altro tour a ottobre o novembre ma la cosa è ancora da definire… lo spero moltissimo perchè mi piace suonare qui.

 

 

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