INTERVISTA a GUIDO ELMI

Guido Elmi è il produttore artistico di quasi tutta la discografia di Vasco Rossi.
Nel ’75 si laurea in scienze politiche e, in attesa di trovare lavoro, apre un’osteria a Bologna, in Via del Pratello; appassionato di musica sin da ragazzino, inizia suonando la chitarra, per poi passare alle percussioni. A quei tempi suonava in un gruppo con Maurizio Lolli, futuro manager e amico di Vasco. <br />
Venduta l’osteria per dedicarsi a tempo pieno alla musica, conosce Maurizio Solieri, che, dopo l’esperienza di Punto Radio, passa a lavorare per una radio di bologna, la Bbc. <br /><br />
L’incontro con Vasco avviene nel ’79.<br />
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e Guido si è ritrovato a coordinare il music Heaven Show di Bologna di questo anno.

 

 

INTERVISTA a GUIDO ELMI

Guido Elmi è il produttore artistico di quasi tutta la discografia di Vasco Rossi. Nel ’75 si laurea in scienze politiche e, in attesa di trovare lavoro, apre un’osteria a Bologna, in Via del Pratello; appassionato di musica sin da ragazzino, inizia suonando la chitarra, per poi passare alle percussioni. A quei tempi suonava in un gruppo con Maurizio Lolli, futuro manager e amico di Vasco.
Venduta l’osteria per dedicarsi a tempo pieno alla musica, conosce Maurizio Solieri, che, dopo l’esperienza di Punto Radio, passa a lavorare per una radio di bologna, la Bbc.

L’incontro con vasco avviene nel ’79. Vasco a quei tempi proponeva una musica cantautoriale piuttosto lontana dai gusti di Elmi, appassionato di rock, ma trova interessante il suo personaggio e le sue idee Elmi finisce così per entrare a far parte del gruppo messo assieme per le prime esibizioni di Vasco, in cui, inizialmente, figurano Solieri e Riva alle chitarre, Lolli alla batteria, Curreri alle tastiere e lo stesso Elmi al basso.
Dopo le prime prove, la formazione si assesta con l’ingresso di Kaba alla batteria, Claudio Zavoli al basso, mentre Elmi passa alle percussioni. Il passaggio da musicista a produttore avviene quasi casualmente, come racconterà lo stesso guido, durante le registrazioni di “Colpa d’Alfredo“.
Il produttore, Alan Taylor, non si faceva vedere quasi mai; così, un po’ per forza di cose, Guido inizia a curare l’aspetto produttivo. Contemporaneamente inizia a fare da manager anche dal vivo e decide di smettere di suonare, perché, chiaramente, non riusciva più a far tutto; del resto, era impensabile riuscire a registrare i dischi, curare le date, incassare i soldi e fare anche il musicista!
Da quel momento, inizia una collaborazione che porterà alla produzione di tutti i dischi di Vasco, tranne “Liberi liberi“, caduto, come dirà lo stesso Elmi in una intervista: “…in un momento in cui avevamo avuto delle divergenze ed io avevo avuto problemi di salute…”
I due tornarono poi insieme con “gli spari sopra”.

Come si è sviluppato il rapporto lavorativo con vasco? “Io ho sempre avuto a che fare con gente che i testi li faceva già bene – dirà Guido in un’intervista a Giancarlo Messina – anche con Vasco mi sono sempre limitato a dare qualche consiglio, sempre senza essere invadente, una specie di consulenza”.

Il nome d’arte di Guido Elmi è Steve Rogers, da cui la Steve Rogers Band prende il nome. Durante la registrazione di “Colpa d’Alfredo”, infatti, una fan chiamò la sala di registrazione e disse con molta insistenza che voleva parlare con Vasco. Alla telefonata rispose Guido Elmi che le rispose che non era possibile perché Vasco non era presente. Allora la donna gli chiese “Ma lei chi è?” e Elmi rispose “Io sono Steve Rogers!!”. Da quel momento Steve Rogers divenne il suo soprannome.

– Quale crede sia l’apporto di MHB per la città di Bologna e il panorama musicale italiano in generale?
– Per la città di Bologna si tratta sicuramente di un evento unico e diverso da tutti quelli che si sono svolti fino adesso. Il fatto che si ripeta ogni anno e che duri quasi una settimana lo pone in una prospettiva e una dimensione artistica totalmente diversa dal recente passato. In città sono già presenti molte proposte musicali e culturali di altissimo livello: nei teatri, nei locali, e attraverso l’opera meritevole di importanti istituzioni e associazioni di cui la città è ricchissima. Un evento che cristallizzi tutto questo in una vera e propria festa della musica era da molto tempo che non veniva ideato. Una manifestazione capace di coinvolgere fisicamente tutta la città. Io credo che Music Heaven Bologna abbia bisogno di uno start up e credo che nel suo consolidarsi verrà molto amato dai cittadini, dalle istituzioni, dai visitatori, dai commercianti, e da chi in generale ama Bologna. Per quel che concerne la prima edizione si tratta di una vera e propria scommessa, in quanto – e qui mi riallaccio alla seconda parte della domanda – nel panorama musicale italiano sembra avere la prevalenza tutto ciò che è mediaticamente promosso da trasmissioni televisive che nulla hanno a che fare con la bontà della musica e con la capacità di suonare uno strumento. Noi abbiamo portato in piazza e nei luoghi più suggestivi della città il virtuosismo, l’originalità e la capacità di fare musica abbracciando tutti i generi, tenendo conto esclusivamente della proposta culturale e della qualità musicale.

– Quali sono le sue aspettative sulla rassegna Music Heaven Bologna?
– Conoscendo la mia città e la realtà italiana nel loro rapporto con la musica, le mie previsioni sono di una buona riuscita, ma sarebbe utopico aspettarsi dalla prima edizione un trionfo stratosferico. Del resto, non abbiamo voluto cannibalizzare l’evento con la presenza di nomi eccessivamente popolari. Vorremmo che la manifestazione avesse modo di crescere con le sue forze per disegnarsi un percorso di successo in ascesa.

– Quali sono gli eventi più particolari, assolutamente da non perdere, di Music Heaven Bologna?
– Io penso tutti. Anche i piccoli eventi, per il particolare contesto in cui si svolgono, sono da ritenere importanti ed originali, e quindi da non perdere.

– Da cosa sono state dettate le sue scelte artistiche?
– Essenzialmente da tutto quello che ho detto rispondendo alla prima domanda. Ovviamente, ci sono state delle limitazioni dovute agli impegni degli artisti, alle loro pretese e alle situazioni logistiche. Ad esempio, abbiamo rimandato l’esibizione sulla Torre degli Asinelli alla prossima edizione perché alcuni lavori di ristrutturazione presenti sulla stessa sono diventati portatori di problemi insuperabili a breve.

– La chitarra è il tema a cui è dedicata la programmazione artistica dell’edizione 2010: come mai?
– Music Italy Show è la fiera degli strumenti musicali e la chitarra è lo strumento musicale più diffuso, studiato e acquistato, nel mondo. Ma ogni anno avremo un tema diverso, e quelli che saranno delusi dal tema di quest’anno avranno modo di eccitarsi al tema dell’anno prossimo.

– Quali sono i musicisti che suoneranno nel concerto di sabato? Perché proprio loro?
– I musicisti sono tanti e tutti di grande valore. Le scelte sono legate sempre ai fattori che ho già elencato nelle precedenti risposte: virtuosismo, bravura e disponibilità. Certo, appare evidente una preponderanza del genere musicale hard and heavy. Essenzialmente perché il genere è poco contaminato dalle scorciatoie modaiole e dall’uso ossessivo dei computer. Senza nulla togliere agli altri generi, che conosco e ascolto con grande passione, dovendo valorizzare le chitarre e usando una terminologia da muratore: è qui che occorre sapere usare le mani! Ovviamente, questa è una scelta di cui mi prendo tutta la responsabilità.

– Ci parli dei suoi due consulenti/collaboratori Vittorio Corbisiero e Marco Coppi? Di cosa si sono occupati?
– Vittorio, che è anche un chitarrista, si è occupato degli eventi legati al mondo rock. Marco, che è un flautista di valore, di tutti gli eventi legati al jazz e alla musica classica.

– In che modo il team di Music Heaven, BolognaFiere e DISMA hanno creato delle sinergie?
– Abbiamo lavorato in stretta collaborazione in quanto Music Heaven Bologna esiste perché esiste una fiera che si chiama Music Italy Show. Inoltre alcuni eventi, come ad esempio la finale del torneo di Guitar Hero, si svolgeranno in fiera.

– In che modo avete cercato di coinvolgere le istituzioni e associazioni musicali di cui Bologna, città creativa della musica dell’UNESCO, è ricca?
– In tutti i modi. E in questo momento, in cui siamo senza un Sindaco, senza Assessori e senza una Giunta, paradossalmente stiamo lavorando con crescente sinergia con i funzionari comunali, i dirigenti e tutte le altre istituzioni. Rilevo con soddisfazione che ci viene assicurata la massima collaborazione e la massima professionalità.

– Secondo lei nei prossimi anni verrà riproposto questo format e quali saranno i temi possibili?
– Ci sono varie idee, dalla computer music ai singer-songwriters, dalle percussioni alle tastiere. Ci consulteremo con tutti coloro che saranno interessati a proseguire nell’avventura.

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