Morto Lou Reed, poeta del rock e leader dei Velvet, cantò l’anima oscura dell’umanità: aveva 71 anni
Lou Reed, ex leader dei Velvet Underground, pioniere della scena rock newyorkese e poi solista, è mancato all’età di 71 anni. La causa del decesso non è ancora nota, ma recentemente era stato sottoposto a trapianto di fegato.
Morto Lou Reed, poeta del rock e leader dei Velvet, cantò l’anima oscura dell’umanità: aveva 71 anni
Lou Reed, ex leader dei Velvet Underground, pioniere della scena rock newyorkese e poi solista, è mancato all’età di 71 anni. La causa del decesso non è ancora nota, ma recentemente era stato sottoposto a trapianto di fegato.
Lou Reed, ex leader del Velvet Underground e uno dei più grandi innovatori del rock negli ultimi decenni, è morto. Il suo agente, Andrew Wylie, ha spiegato che il decesso è dovuto a una malattia legata al recente trapianto di fegato, al quale la leggenda del rock si era sottoposta a maggio scorso. La sua carriera era cominciata negli anni Sessanta, come frontman dei Velvet Underground, miscelando sapientemente suggestioni diverse per dare vita al rock alternativo, glam e punk che lo ha trasformato in una delle leggende della musica mondiale.
Lewis Allan Reed nacque al Beth El Hospital di Brooklyn, New York, e crebbe a Freeport, Long Island. Appassionatosi alla musica ascoltando la radio, imparò a suonare la chitarra e sviluppò un forte interesse per il rock and roll e il rhythm and blues e durante gli anni delle scuole superiori suonò in vari gruppi studenteschi.
Nel 1956, ancora adolescente, Reed venne sottoposto ad una terapia di elettroshock che avrebbe dovuto curare la bisessualità che si stava manifestando in lui; nel 1974 Reed scrisse la canzone Kill Your Sons circa questa esperienza che lo traumatizzò e di cui non si liberò mai.[5] Alla fine del 1960 Reed iniziò a frequentare la Syracuse University, studiando giornalismo, regia cinematografica e scrittura creativa. Nel 1961 iniziò a condurre un programma radiofonico notturno alla stazione radio WAER chiamato “Excursions On A Wobbly Rail.” Il nome del programma derivava dal titolo di un brano musicale del pianista jazz Cecil Taylor. Nel corso della trasmissione, Reed trasmetteva doo wop, rhythm and blues e jazz, in particolare brani free jazz.[6] Molte delle tecniche chitarristiche di Reed, derivarono da sassofonisti jazz come Ornette Coleman. Nel giugno 1964 Reed si laureò alla Syracuse University’s College of Arts and Sciences.
Lo scrittore e poeta Delmore Schwartz insegnava alla Syracuse University e prese in simpatia il giovane Reed che nel 1966 gli dedicò la composizione European Son inclusa nell’album di debutto dei Velvet Underground. Reed dichiarò in seguito che l’obiettivo principale come scrittore che si era prefissato era quello di “portare la sensibilità della letteratura nella musica rock”, rendendo superati gli adolescenziali testi delle canzoni di rock and roll degli anni cinquanta e primi sessanta (che il suo mentore Schwartz detestava immensamente).
Nel 1964, Reed si trasferì a New York City iniziando a lavorare come compositore su commissione per la piccola etichetta di musica commerciale Pickwick Records. Lo stesso anno, Reed ebbe anche il suo primo successo minore grazie al singolo The Ostrich, una parodia delle musiche ballabili dell’epoca da lui composta. I suoi superiori notarono che la canzone aveva qualche possibilità di successo e assemblarono in tutta fretta una band di supporto a Reed per promuovere la composizione. Il gruppo, chiamato “The Primitives”, includeva il musicista gallese John Cale che da poco tempo si era trasferito a New York per studiare musica classica e suonare la viola nell’ensamble musicale d’avanguardia Theater of Eternal Music del compositore La Monte Young, e Tony Conrad. Cale e Conrad furono entrambi sorpresi ed impressionati nello scoprire che per comporre The Ostrich, Reed aveva volutamente accordato le corde della sua chitarra sulla stessa nota. Questo effetto creava una sorta di drone simile a quello delle sperimentazioni del gruppo di Young. Incuriosito, Cale chiese a Reed se avesse composto anche brani di genere diverso rispetto a The Ostrich e in tutta risposta Reed gli fece ascoltare una versione primitiva di Heroin che impressionò molto favorevolmente Cale.
Il suo primo gruppo prende il nome di The Shades. Ma il suo ingresso tra i pilastri del rock avviene con la fondazione dei Velvet Underground, gruppo che presto diventerà un cult del panorama musicale newyorkese. Lou Reed li creò nel 1966 insieme a John Cale, polistrumentista, figura chiave insieme a Lou del gruppo. Ai due si aggiunsero infine il chitarrista e bassista Sterling Morrison e la batterista Maureen Tucker (la formazione originale vedeva Angus MacLise alla batteria). Lou Reed, che è autore della maggior parte delle canzoni dei Velvet Underground, entra a far parte insieme al gruppo della factory di Andy Warhol, promotore e finanziatore del primo album del gruppo (famoso per la sua copertina che ritrae una fallica banana disegnata dallo stesso Warhol e che poteva essere sbucciata) e che comprende brani celebri come Sunday Morning, Femme Fatale, Heroin, I’ll Be Your Mirror, Venus in Furs, I’m Waiting for the Man, The Black Angel’s Death Song e All Tomorrow’s Parties.
L’album conteneva l’esplorazione di una demoniaca sottocultura avente come soggetto argomenti considerati tabù (come ad esempio la droga e le perversioni sessuali) ed era quindi in anticipo rispetto ai tempi. Warhol incluse il gruppo nel suo spettacolo itinerante, chiamato Exploding Plastic Inevitable, affiancando alla band la cantante tedesca Nico. Lo spettacolo girò gli USA e il Canada partendo da New York, suscitando l’attenzione della critica ovunque i Velvet Underground suonassero. Nel 1967 Nico lasciò il gruppo e Warhol venne licenziato da Reed. Questo non impedì ai Velvet di continuare incidendo nello stesso anno un altro scioccante LP, White Light/White Heat che, oltre alla title-track che sarà ripresa da David Bowie nel corso dei suoi live show, contiene quella che viene considerata la massima vetta raggiunta da Cale col gruppo, Sister Ray, più di un quarto d’ora di percussioni funeste e cantato delirante. Nel 1968 Cale viene licenziato dal gruppo e Reed e soci incidono un album intitolato semplicemente The Velvet Underground. L’album contiene in ogni caso alcuni pezzi degni d’interesse quali Candy Says dedicata a Candy Darling noto transessuale del giro di Warhol, Pale Blue Eyes dedicata a Shelly Albin, primo amore di Reed, e What Goes On caratterizzata da un lungo e tipico assolo dissonante di chitarra. Nel 1970 Reed abbandona il gruppo dopo aver inciso un album ancora più commerciale del precedente, Loaded, che però contiene canzoni destinate a durare nel tempo quali Rock ‘n’ Roll e Sweet Jane.
Il grande merito dei Velvet Underground fu probabilmente quello di aver unito il campo poetico-musicale del rock con un aggressivo realismo, ispirato dalla vita nelle strade di New York e che ha anticipato di dieci anni quello che sarebbe stato il punk rock e influenzato profondamente altri movimenti come noise, new wave, lo-fi e rock alternativo.
Gli anni settanta cominciano male per Reed che, reduce dalla rottura con i Velvet Underground, pubblica un LP d’esordio deludente quale Lou Reed. Ma David Bowie, che in quel momento è sotto la RCA, decide di aiutare uno dei suoi più grandi ispiratori producendogli il secondo album, Transformer. Transformer vende molto bene e contiene alcune canzoni destinate a divenire dei classici di Reed, come Walk on the Wild Side (divenuta in Italia I giardini di Kensington e portata al successo da Patty Pravo), Satellite Of Love, Perfect Day (ripresa nel film di culto Trainspotting) e Vicious.
Per il suo terzo lavoro, Reed sente di dover far qualcosa più vicino al suo stile che molto aveva perso in fatto di spontaneità nell’LP prodotto da Bowie. Proprio mentre si sta separando da sua moglie, pubblica un concept album che analizza il fallimento di un matrimonio: Berlin. Per la produzione viene assunto Bob Ezrin, che diventerà famoso per la produzione di The Wall dei Pink Floyd. Il disco all’inizio viene pensato come un film per le orecchie, un doppio. Ma la RCA non è disposta ad accettarlo così com’è e le canzoni vengono tagliate perdendo anche molta forza originaria. Berlin è comunque divenuto negli anni uno dei dischi più apprezzati della discografia reediana, e nonostante la complessità dell’opera venne apprezzato dalla critica anche all’epoca, ricevendo ad esempio il Premio Edison.
Per poter controbilanciare le scarse vendite di Berlin Reed è obbligato a pubblicare tre lavori potenzialmente commerciali al livello di Transformer. Così, sul finire della prima metà degli anni settanta vengono pubblicati Rock N Roll Animal, Sally Can’t Dance e Lou Reed Live. Proprio in questo periodo Reed è sull’orlo dell’esaurimento nervoso sia per il coinvolgimento emotivo che gli causa suonare la sua musica, sia per le grandi quantità di droga, soprattutto metedrina, che consuma. Queste nevrosi si ripercuotono pesantemente sulla sua cosiddetta “opera di rottura”, ovvero Metal Machine Music, contenente più di un’ora di feedback, un doppio album a volte nemmeno conteggiato nelle sue discografie. Nel febbraio 1975 Lou Reed intraprende una disastrosa “tournée” italiana, sospesa dopo gravi disordini con la Polizia a Milano e Roma. Solo al Palasport di Torino il 12/02/1975 si svolge un regolare concerto, con Doug Yule (ex Velvet Underground dal 1968 al 1973) al basso e voce. Dopo il disco seguente di semplice rock and roll (anche se con continui riferimenti alla propria omosessualità), ovvero Coney Island Baby, Reed lascia la RCA per la Arista.
Per essa pubblica il trascurabile Rock ‘n’ Roll Heart. Siamo arrivati al 1978, gli spettacoli di Reed sono pieni di violenza, più verbale che fisica, e vengono pubblicati album intensissimi come Street Hassle che vede la straordinaria partecipazione di Bruce Springsteen, e Live: Take No Prisoners, un concerto nel quale Reed stravolge i testi delle sue canzoni e li rende ancora più aspri e punk. A chiudere il decennio, LP più sperimentali ma forse meno riusciti come The Bells che vede la collaborazione di Nils Lofgren e di Don Cherry e Growing Up in Public.
All’inizio degli anni ottanta Lou Reed si trasferisce con la sua seconda moglie Sylvia Morales in una villa in campagna. Un giorno invita a casa sua Robert Quine, chitarrista di culto dell’era punk che lavorerà in seguito anche con Tom Waits. Quine è un estimatore di Lou Reed e tra i due l’idillio è immediato. Cominciano a lavorare per The Blue Mask quell’estate e quando l’LP esce le recensioni sono entusiastiche. C’è chi paragona il disco alla fusione tra gli album Plastic Ono Band e Double Fantasy di John Lennon. Memorabile l’assolo di Quine in Waves of Fear, che assale l’ascoltatore nello stile velvettiano, con rimandi anche allo sgradevole sound di Metal Machine Music. Dopo quest’album però Reed vede sempre con più ostilità la presenza del chitarrista nel gruppo che nelle recensioni riceve più attenzioni di lui. Già il successivo Legendary Hearts ne risente. Il missaggio di quest’ultimo infatti è controllato da Reed, che toglie volume a Quine, rendendo appena distinguibile il suono della sua chitarra. Dopo Legendary Hearts Quine viene allontanato dal gruppo e Reed incide New Sensations, che ha un discreto successo di vendite. Quine viene momentaneamente reintegrato per il New Sensation Tour per poi essere successivamente riallontanato.
Da questo tour viene estratto l’album dal vivo Live in Italy, registrato tra Verona e Roma, nel quale gli scambi chitarristici tra Quine e Reed la fanno da padrone, sostenuti da una ritmica essenziale e precisa. Appena cacciato Quine, Reed incide quello che unanimemente viene considerato il disco più scarso della sua produzione: Mistrial. A questo segue una pausa. A porre fine a questa pausa è la morte di Andy Warhol. Lou si getta a fondo nella scrittura per esorcizzare la tristezza di questa perdita e produce un LP memorabile, un affresco della sua città, nel quale musica e parole si incastrano alla perfezione e le liriche sono molto poetiche senza rinunciare per questo alla spontaneità di strada. Si tratta di New York. Al funerale di Warhol, Lou rincontra il co-fondatore dei Velvet Underground e polistrumentista gallese John Cale e i due cominciano ad elaborare un’opera musicale in memoria di Andy, soprattutto per contrastare la popolarità che i suoi diari stanno avendo e che a parer loro e di quelli che lo conoscevano non ripropongono assolutamente un ritratto realistico dell’artista. L’opera prende la forma di un semplice disco, intenso e denso di canzoni, con testi molto forti e poetici, Songs for Drella ed esce nel 1990.
All’inizio degli anni novanta Reed perde due carissimi amici, Doc Pomus e una certa Rita, facente parte dell’entourage warholiano e conosciuta come The Mayor o appunto come Rotten Rita (vero nome Kenneth Rapp). Affrontando la perdita di due amici nel modo a lui più confacente, il rock, pubblica Magic and Loss, il terzo tassello della cosiddetta trilogia del dolore (o a livello musicale della rinascita) iniziata con New York. Dopo una riunione con i Velvet Underground, un tour mondiale con il relativo live, e il divorzio dalla sua seconda moglie, Reed intraprende una relazione sentimentale con la polistrumentista d’avanguardia Laurie Anderson e le dedica un album più o meno a metà degli anni novanta, ovvero Set the Twilight Reeling. Di questo periodo è anche un lavoro semi-unplugged di Reed, Perfect Night: Live in London.
Proprio nel 2000 esce Ecstasy, album pieno di tensione, ma domata con la sapienza di un uomo maturo.
The Raven è un album doppio di Reed, uscito nel 2003 che rivisita in chiave rock non solo i racconti, opera di Edgar Allan Poe, ma in generale la vita del poeta e le altre sue opere. I musicisti scelti sono di prim’ordine, e gli ospiti illustrissimi, quali Ornette Coleman, David Bowie, Willem Dafoe. Successiva a questo LP è stata la pubblicazione di un live atipico, Animal Serenade che riprende tante vecchie canzoni dei Velvet sotto una chiave moderna e a tratti quasi allucinante, come l’assolo della violoncellista Scarpantoni nel classico Venus In Furs, paragonabile solo ad alcuni assoli di Quine o di Sterling Morrison.
Al di là della sua attività di musicista, Lou Reed ha effettuato due incursioni nel mondo del cinema: ha infatti omaggiato il regista cinematografico Wim Wenders, da sempre suo fan, interpretando sé stesso in due significative parti nei film del regista tedesco Così lontano, così vicino del 1993 e Palermo Shooting del 2008.
Nell’aprile 2008 si è sposato con una cerimonia privata in Colorado con la compagna Laurie Anderson. Nello stesso anno, Reed è stato inserito al 62º posto nella lista dei 100 migliori cantanti secondo Rolling Stone, e le sue migliori “tracce vocali” sono Satellite of Love, I’m Waiting for the Man e Venus in Furs.
Il 31 ottobre 2011 è stato pubblicato Lulu, album nato dalla collaborazione fra Reed e i Metallica. Il cantautore e il gruppo, che avevano già suonato insieme nell’ottobre 2009 in occasione del venticinquesimo anniversario della Rock and Roll Hall of Fame, hanno dichiarato d’aver concluso le registrazioni nell’agosto 2011 in sole 2 settimane. Dopo il lancio dell’album (non entusiasmante rispetto ai dischi precedenti dei Metallica e dell’artista), Lou e i Metallica parteciparono a numerose trasmissioni televisive, suonando live alcuni dei nuovi brani del nuovo album e rilasciando interviste sul perché della collaborazione e della scelta del tema dell’album. Lou Reed è stato anche chiamato come ospite al trentesimo anniversario del gruppo Thrash Metal per eseguire live una canzone dall’album Lulu, il brano Iced Honey.
Il 1º luglio 2013, stando a quanto riferito dal New York Post, Lou Reed è stato ricoverato d’urgenza in un ospedale di Long Island, a New York, il Southampton Hospital, per una acuta forma di disidratazione. Nel maggio precedente, Reed si era sottoposto ad un trapianto di fegato.
Il 27 ottobre 2013 è stata annunciata la notizia della sua morte, all’età di 71 anni.